LA MOBILITÀ DOPO IL COVID-19: COSA CAMBIERÀ?

Una delle lezioni che stiamo imparando da questa situazione è la consapevolezza che molte cose non sono e non saranno più come prima. Abbiamo anche imparato che dobbiamo essere bravi e capaci nel cambiare le nostre abitudini, soprattutto quelle dove prima non eravamo poi così bravi.

Stiamo parlando, quindi, di una “nuova normalità” che cambia il nostro modo di stare con gli altri, di lavorare, di comunicare… e di spostarci: una nuova mobilità, la new mobility, che non sappiamo come sarà (come tante altre cose, del resto), ma che possiamo immaginare e sperare, e dunque lavorarci, affinchè sia migliore di prima.

Per questo motivo, da oggi, risulta indispensabile ripensare interamente anche il nostro modo di spostarci per far fronte alla nuova situazione, partendo però da un concetto, quello di sostenibilità, che mai come adesso è diventato un obbligo per tutte le nostre attività.

Una sostenibilità che deve garantire la salute di ognuno noi, dell’ambiente (che è poi ancora strettamente legato all’aspetto di salute dei cittadini e del pianeta nel suo complesso) e l’aspetto economico: un mix non semplice che deve dar vita sia ad efficaci soluzioni immediate, sia ad obiettivi di medio-lungo periodo.

Ekomobil, joint venture tra Keropetrol ed Openlogs, che della mobilità sostenibile fa la propria ragion d’essere, ha chiesto ai propri clienti di esprimersi sulla mobilità che sarà, al fine di capire quali saranno i nuovi elementi e le nuove abitudini che la contraddistingueranno.

Oltre 350 risposte – fornite da soggetti residenti nel Centro Nord – hanno portato ad una visione della new mobility con interessanti spunti di riflessione, con qualche certezza e con tanti punti di domanda, che si devono però vedere come opportunità di miglioramento dell’attuale situazione.

Uno degli aspetti evidenziati da quasi tutto il campione è un’importante riduzione dell’utilizzo di mezzi di trasporto pubblico (diminuisce di fatto il numero di chi li utilizza, passando dal 15,60% del campione prima del COVID al 9,10% dopo), a favore di un incremento nell’utilizzo della autovettura privata, che passa da un 85,30% del campione a quasi il 92%.

Grafico 1 – Rielaborazione risposte del campione su mobilità pre e post Covid-19 [Domanda a scelta multipla]

Molto interessante è anche l’aumento dei soggetti che utilizzeranno i mezzi alternativi, come la bicicletta elettrica o il monopattino elettrico, a discapito delle forme di mobility as a service, ovvero il car sharing e il car pooling, che hanno subito di fatto un azzeramento.

Alla base di questi cambiamenti vi è il fatto che quasi il 60% del campione si dice consapevole che questa pandemia impatterà fortemente sul trasporto pubblico e condiviso, favorendo invece i mezzi personali.

Sorgono quindi spontanee alcune domande:

Più auto in circolazione implicano quindi un maggiore impatto ambientale della mobilità?

La risposta più scontata è sì: se tutto rimane come prima, avremo un aumento del traffico ed un corrispondente aumento della pressione ambientale del trasporto.

Se, invece, cresce il numero di auto alimentate a metano e ad energia elettrica, se cambiano le abitudini e aumenta il trasporto con mezzi leggeri elettrici, allora la situazone può migliorare, soprattutto nei centri urbani che da sempre soffrono di un inquinamento da traffico piuttosto importante.

Sempre più persone sono consapevoli di questo, se ne parla molto su tutti i media, ma solo il 49% del campione ha già fatto o farebbe a breve una scelta di acquisto dell’auto con fonti alternative (di seguito definite auto green per semplicità).

Grafico 2 – Rielaborazione risposte del campione su scelta acquisto auto green [Domanda a scelta singola]

Se poi si passa all’analisi di chi ha dichiarato interesse all’acquisto di auto green e si chiede al campione di scegliere fra elettrico e metano, subito o nei prossimi 2 anni, oltre l’80% passerebbe all’elettrico, mentre per il metano la percentuale è più ridotta (circa il 28%). L’elettrico incontra le esigenze di chi ha percorrenza limitata e principalmente in città, mentre il metano incontra il favore di chi ha percorrenze annuali elevate e di chi si serve di mezzi commeciali o pesanti (in quest’ultimo caso grazie al metano liquido). Questo a testimonianza che non esiste un’unica soluzione disponibile e adatta a tutti, ma ognuno di noi può adottare quella che ritiene più opportuna e comoda.

Grafico 3 – Il campione ha espresso la sua volontà o meno di passare ad un’auto elettrica o a metano

Ci sono soluzioni subito disponibili per risolvere questa situazione?

Le soluzioni ci sono, ma è indispensabile adottarle in modo consapevole. Per esempio, nelle città è necessario introdurre una mobilità basata su auto elettriche e su mezzi con alimentazioni green appartenenti alla cosiddetta mobilità leggera, come monopattini e biciclette elettriche. È importante trovare un buon mix di utilizzo dei diversi mezzi, soprattutto per andare al lavoro nei centri urbani: combinare auto e mezzi leggeri per l’ultimo miglio è una soluzione che piace e che soddisfa da subito le necessità di chi si muove in città.

A sostegno di queste considerazioni i dati del questionario ci dicono che, rispettivamente, il 76,8% e il 28,2% sottolineano l’utilità della bicicletta elettrica e del monopattino elettrico per spostarsi all’interno delle città e delle zone dove la circolazione delle automobili è congestionata o non è consentita.

A tal riguardo, risulta di fondamentale importanza che le istituzioni pubbliche si impegnino nella creazione di infrastrutture dedicate, come piste ciclabili e percorsi dedicati esclusivamente alla mobilità leggera a ridotto impatto ambientale. Sicuramente va in questa direzione anche l’agevolazione all’acquisto di bici e monopattini che è contenuta nelle ultime misure del Governo a sostegno della ripresa post COVID.

Grafico 4 – Il campione ha espresso la preferenza nell’utilizzo di mezzi alternativi nei centri urbani [Domanda a scelta multipla]

Quali sono oggi i principali ostacoli per la new mobility?

Ad oggi, purtroppo, esistono ancora molte barriere all’adozione di una mobilità realmente sostenibile: alcune di esse, le più complesse da superare, sono sicuramente di ordine culturale. Troppe persone, ancora oggi, hanno la percezione che la green mobility non sia adeguatamente incentivata dalle istituzioni e dagli enti pubblici. Le perplessità riguardano inoltre il costo delle auto elettriche (“Le possono comprare solo quelli che hanno molti soldi”), lo smaltimento delle batterie che risulta ancora un’incognita (“Solo andare a piedi è sostenibile”) e l’autonomia dei nuovi mezzi elettrici (“Le auto elettriche non garantiscono la possibilità di lunghi spostamenti”). Pesano anche l’insufficiente infrastruttura di ricarica (“…soprattutto in zone di provincia”) e la grande confusione che si è creata a livello mediatico cercando di far passare l’elettrico per tutti da subito.

Per quanto riguarda i mezzi a metano, invece, vi è una vera e propria mancanza di informazione in merito alle potenzialità, ai costi e alle prestazioni dei mezzi con questo tipo di alimentazione: per non parlare del bio-metano, fra i pochi vettori energetici veramente CO2 free, nel suo ciclo di vita.

E quindi cosa si può fare per arrivare alla new mobility in tempi utili?

Le risposte ottenute rappresentano degli spunti consistenti e concreti per capire come operare per cambiare la situazione attuale.

Se si vuole realmente evitare di tornare alla situazione pre COVID, con l’aggravio di un trasporto pubblico molto ridotto e l’azzeramento di quello condiviso, è necessario da subito:

  • Chiarire che i mezzi con alimentazione alternativa al gasolio e alla benzina ci sono, possono essere utilizzati da subito e con costi uguali o inferiori a quelli delle alimentazioni tradizionali. È solo questione di scegliere in modo diverso che mezzo acquistare ed utilizzare;
  • Non esiste un’unica soluzione a tutti i bisogni di mobilità, ma, come in tutti i settori della vita dell’uomo, è necessario capire quale mobilità sia giusta per le proprie esigenze. Non esiste quindi la soluzione, ma un mix di soluzioni e di tecnologie e l’importante è combinarle nel modo migliore;
  • Nelle città e nei grandi centri urbani la mobilità elettrica è già pronta per crescere e per essere utilizzata sempre più: ci sono già diverse infrastrutture di ricarica, le percorrenze sono brevi e l’utilizzo spinto di mezzi leggeri (bici, monopattini, ..) combinati all’auto (elettrica o a metano) può ridurre di molto traffico ed impatto ambientale;
  • Per le percorrenze lunghe il metano e lo svecchiamento del parco mezzi sono fondamentali: vanno implementate politiche che penalizzino pesantemente i mezzi inquinanti e che premino quelli più virtuosi, tanto nel trasporto leggero (metano ed elettrico), quanto in quello commerciale (metano ed elettrico) ed in quello pesante (metano liquido);
  • È fondamentale lavorare tutti nella stessa direzione: legislatore, produttori di mezzi, gestori di infrastrutture, decisori (ognuno di noi decide come muoversi)…e narratori. È fondamentale smettere di raccontare cose non vere che propongono scontri tecnologici che non servono e che non portano valore: bensì è necessario raccontare di tecnologie che devono convivere per soddisfare le diverse esigenze di mobilità e che possono ridurre l’impatto ambientale della nostra voglia e necessità di muoverci.

 

La new mobility non solo è possibile, ma può anche rappresentare una delle buone risposte a questa drammatica situazione che stiamo vivendo e che ci sta, purtroppo, ricordando quanti errori sono stati commessi.

Non perdiamo questa opportunità per migliorarci e per prenderci cura di noi stessi e dell’ambiente in cui viviamo.