19 Lug AUTO 100% Elettrica. A CHE PUNTO SIAMO?
Ultimamente abbiamo letto un paio di articoli e di post in cui si affermava che l’auto elettrica è la soluzione per eliminare (non ridurre!) l’inquinamento e che in termini di costi (chiaramente solo quelli del carburante) l’auto elettrica non ha confronto. Inoltre, ormai anche il trasporto pesante e quello passeggeri è facile con i mezzi elettrici e quindi:
perché gli italiani non comprano tutti auto o mezzi elettrici?
Sempre in questi articoli si arrivava alla conclusione che la colpa è della mancanza delle stazioni di ricarica, ovviamente!
Forse è necessario fare un po’ di chiarezza: l’auto elettrica è senza alcun dubbio il futuro della mobilità (con tutti i distinguo del caso) e sicuramente genera, dove transita, una riduzione degli agenti inquinanti, quali CO2, particolato e altri ossidi dannosi per l’ambiente.
Sicuramente l’auto elettrica è la soluzione da adottare quanto prima per il trasporto cittadino, soprattutto nei grandi centri urbani, con soluzioni anche di condivisione delle vetture.
Quindi in questi casi (trasporti cittadini, brevi tragitti, esigenze semplici), magari con qualche numero e con qualche precisazione doverosa, è importante spiegare agli utenti come muoversi in questa direzione.
Ma è altrettanto vero che non si fa un buon servizio a nessuno, tanto meno alla diffusione seria dell’auto elettrica, nel dire che domani tutti possono comprare un’auto elettrica e usarla come usano adesso la propria auto. Esistono dati su un confronto fra i costi di esercizio di un’auto elettrica e una a benzina, dove emergeva che il costo kilometrico della prima (discutibile il fatto che il costo dell’energia per ricaricarla viene posto pari a quello del costo del KWh di casa) è pari alla metà della seconda…dimenticando che l’auto elettrica in questione, a parità di potenza, costa circa 10.000€ in più!!!
La questione, pragmaticamente, non è quella di dire se è meglio l’auto elettrica o quella a benzina (facile risposta), bensì è quella di gestire al meglio (e quindi nel suo complesso!!) la transizione da mezzi a benzina e gasolio a mezzi con un minore impatto ambientale, non solo dove circolano, ma ovviamente a livello di sistema (direi che per l’Italia non è il caso, come fa qualche paese, di spingere sulle macchine elettriche con l’energia prodotta a carbone!!!). E parte del lavoro è anche comunicarlo in modo corretto e puntuale spiegando quali siano le soluzioni migliori per i diversi utilizzi e nei diversi momenti in cui ci andremo a trovare.
E poi non tutti, purtroppo per loro, fanno 40 km al giorno per andare e tornare dal lavoro e per sbrigare tutti gli impegni, ma il grande consumo di benzine/gasolio arriva da chi usa l’auto per tragitti molto lunghi e ripetuti e soprattutto dai mezzi pesanti (che si narra difficilmente diverranno elettrici).
Quindi forse sarebbe meglio parlare e analizzare soluzioni che ci sono già e che è ampiamente dimostrato che porterebbero realmente nel breve periodo a ridurre le emissioni se tutta la filiera si impegnasse nella stessa direzione, soprattutto in quei casi che contribuiscono maggiormente all’inquinamento dell’aria. Macchine Ibride GNL per i mezzi pesanti e metano/GNC-elettrico per tutti i mezzi pubblici e per il trasporto di persone.
Di questo sarebbe giusto parlare, divulgando iniziative di valore e che valorizzano anche risorse del territorio che altrimenti sarebbero difficilmente trattabili, vedi discorso biometano che è colpevolmente bloccato dal ritardo (cronico in Italia) nell’emissione del decreto che dovrebbe chiarire i numeri e gli attori in gioco.
Sarebbe quindi meglio dire, dal mio punto di vista, che l’elettrico è una certezza, che arriverà anche a breve alla portata di tutti (almeno per alcune tipologie di trasporti) ma che come in tanti altri campi la convivenza intelligente e programmata di tecnologie alternative, fonti alimentanti, soluzioni diverse (presenti, funzionanti e che possono aiutare anche il consumatore a digerire il cambiamento) e tanta ricerca su tutta la filiera è la ricetta migliore per guidare (e non subire) uno dei cambiamenti epocali che ci apprestiamo a vivere nei prossimi anni.
E infine rimane sempre la domanda fondamentale (ma scomoda) di come si produce tutta l’energia elettrica necessaria per alimentare tutti i veicoli elettrici,
domanda che è fondamentale per l’aspetto ambientale ed economico legato a questa importante partita ma a cui non ho ancora sentito rispondere in modo serio (non considero le sparate simil elettorali tutto a FER nel giro di 2 anni senza costi e senza problemi di bilanciamento o gli esempi, brillanti, importanti, ma non calzanti, di comunità che consumano una quantità inferiore di energia rispetto all’Italia e che hanno soprattutto una configurazione energetica completamente diversa).
Quasi dimenticavamo: le torrette/stazioni di ricarica elettrica sono l’aspetto forse più semplice da gestire e sicuramente meno impattante a livello di investimenti lungo la filiera, anche se come gli altri tasselli sopra richiamati va analizzato e programmato per evitare sprechi o investimenti inutili (soprattutto pubblici).